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Il cerchio di gesso

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Prodotto nel 2011

Il Cerchio di gesso è una favola antica; il Cerchio di gesso è una storia senza eroi, di gente umile, popolana, a volte grottesca; il Cerchio parla di maternità e di giustizia: “Terribile è la tentazione della bontà!”



con   Massimo Duranti, Daniela Pandarese, Roberto Raffaelli, Alessandro Tagliapietra, Alberto Piastrellini, Francesco Piacenza, Matteo Andreolini, Laura Mancini, Francesco Tavoloni, Sabina Carpera, Paola Agostinelli, Diana Caroli, Alessandro Ricci, Claudio Camillucci, Andrea Rotelli, Laura Alessandroni, Lucia Angelini, Gabriele Toppi, Caterina Grisanti, Massimo Giuliani, Francesco Urbisaglia

regia   Caterina Grisanti, Alessandro Tagliapietra
  
dietro le quinte   Antonella Ponziano, Massimo Giuliani, Nicoletta Cossa, Daniela Pandarese, Rosanna Porfiri, Arianna Nicoletti, Gabriella Noto, Luigia Bisceglia, Valter Pierangeli, Stefano Scortechini, Camilla Carosi, Massimo Duranti
  

repliche:
   29/06/2012 - ore 21.15 - Piazzetta Troisi (Brecce Bianche) - Ancona
  22/05/2012 - ore 21.00 - Teatro Sperimentale - Ancona
  26/02/2012 - ore 17.00 - Teatro S.Floriano - Jesi (AN)
  09/12/2011 - ore 21.00 - Teatro Valle - Chiaravalle (AN)
  18/06/2011 - ore 20.45 - Teatro Sperimentale - Ancona
  29/05/2011 - ore 20.45 - Teatro Panettone - Ancona


note di regia:

“Terribile è la tentazione della bontà!”

Il Cerchio di gesso è una favola antica; il Cerchio di gesso è una storia senza eroi, di gente umile, popolana, a volte grottesca; il Cerchio di gesso parla di maternità e di giustizia.

La storia si snoda intorno a due personaggi : la sguattera Grousha e lo scrivano Azdak.

La poesia che pervade il primo atto sta nel fatto che la giovane serva non si prende subito cura del bambino dimenticato, in principio esita, poi si impietosisce per quel fagotto, lo accoglie e per lui va incontro a rinunce e peripezie. Il nascere della vocazione materna diventa lo sviluppo del cedimento alla bontà.

Azdak è un opportunista, si adatta, si muove con la corrente; nello stesso tempo però applica la legge secondo una logica che sovverte la normalità. Le sue sentenze non corrispondono a quanto ci si aspetta dai codici. Rappresenta il cambiamento delle regole passivamente accettate: l’anomalo giudice pratica una giustizia più attenta ai sentimenti e alle sofferenze dell’individuo, valori nuovi e più alti rispetto a quelli imposti da una legge cristallizzata.

Nel Cerchio è declinato un tema molto caro a Brecht: la possibilità di praticare la bontà in una società oppressa da inique disuguaglianze. Brecht non suonò mai il piffero della rivoluzione, si impegnò invece a smontare i meccanismi che governano il funzionamento della società borghese.

Nella nostra messa in scena (il Cerchio di gesso è anche uno spettacolo fatto da tanti amici) abbiamo dato risalto alla componente fantastica e favolistica: le scene, i costumi, la caratterizzazione dei personaggi, la fissità dei ruoli e il racconto del lungo concatenarsi di eventi affidato volta per volta a uno dei personaggi minori, consentono di ridere anche delle cose tragiche. E’ presente un incanto , una essenzialità nelle strutture, una leggerezza che trascolora in comicità, in tempi di sanguinosa violenza.




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